sabato, novembre 18, 2006

LINO Banfi, nei panni del padre di una ragazza lesbica che si sposa con la sua compagna, non è tollerabile. Perché la fiction verrà trasmessa sulla Rai in prima serata, perché la vedranno i bambini che, dio solo sa, cosa potranno pensare. "Noi questo non lo possiamo permettere...Per questo propongo di tempestare la Rai con emails di protesta, chiedendo lo spostamento in seconda serata (quantomeno!) della fiction...". E' questo, in sostanza, il senso della protesta che sta motando nei siti internet di area cattolica. La polemica riguarda, appunto, il telefilm prodotto dalla tv pubblica, protagonista il "nonno Libero" nazionale, alias Lino Banfi, la cui messa in onda è prevista per lunedì 20 novembre su RaiUno. La trama è semplice: Riccardo (Banfi) è un agricoltore del sud di sani principi che va a trovare la figlia in Spagna e scopre che la ragazza è lesbica. Non solo: è sposata con la sua compagna. Dopo varie peripezie e diffidenze l'uomo accoglierà di buon grado l'omosessualità della ragazza, facendo prevalere l'affetto sul pregiudizio. Ce n'è abbastanza per far scattare la censura da parte dei cattolici che non apprezzano l'apertura della Rai al mondo gay. Soprattutto se il programma coinvolge un attore popolare e familiare come Banfi. Soprattutto se in prima serata, quindi in fascia protetta. La campagna contro la fiction si combatte a suon di email e di blog. Le prime chiedono ai destinatari di unirsi alla crociata per far slittare la programmazione o, addirittura, per annullarla. Perché già nonno Libero aveva esagerato inneggiando - nella fiction "Un medico in famiglia" - "alle famiglie 'aperte e allegre', dove regna l'allegria, la mancanza della mamma è surrogata da nonni e tate premurose, dove il padre si sposa la zia e insieme spariscono per lunghi mesi, lasciando la famiglia nelle mani di questo instancabile nonno, che denigra la scuola libera, inneggia al sindacato come risolutore di tutti i mali e si sposa la consuocera borghese per redimerla". Il limite, secondo il sito Culturacattolica.it, sarebbe già stato abbondantemente superato, se non fosse che Banfi adesso obbliga i pubblico ad accogliere con simpatia il matrimonio tra due lesbiche. Prosegue il sito: "Nonno Libero, si lancia in un'altra operazione di 'marketing culturale', con la prossima fiction in onda su Rai Uno, il 20 novembre, in prima serata, dal titolo "Il padre delle spose". Perché, si legge ancora: "Una cosa è accogliere la figlia lesbica e un'altra è dire che il matrimonio tra due omosessuali e due eterosessuali è la medesima cosa. Io voglio protestare, perché questo continuo far passare in televisione l'idea, che tutte le unioni possono essere equiparate, è una forzatura innaturale. Non sospenderanno certo la fiction per le nostre proteste, ma far sentire la nostra voce, chiedere lo spostamento in seconda serata e magari disdire il canone Rai potrebbe essere utile". L'anatema è assicurato. Ma restare a guardare passivamente non basta. Bisogna scrivere alla Rai, protestare, farsi sentire. Ecco quindi che i difensori della morale cattolica chiedono di inviare messaggi alla Rai in cui si invita a far slittare il programma o a depennarlo. La crociata ovviamente ha immediatamente scatenato le contromosse dei laici della Rete innescando una vera e propria rincorsa al messaggio alla Rai.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

mannaggia the vatican

Anonimo ha detto...

ma come mannggia the vatican, ma mannaggia la rai... ma stai scherzando, sulla tv pubblica mandiamo in onda ste cose, ma dai prendiamo coscienza di quello che facciamo e non ci nascondiamo dietro i finti perbenismi, e ritorniamo ai principi cardini della rai: EDUCARE, INFORMARE, INTRATTENERE, e in questo caso mi riferisco alla prima, io non avrei alcun problema se la rai fosse un network, io non potrei direi, niente a riguardo, ma siccome la Rai deve rispecchiare la cultura degli italiani ( e non del vaticano) non è assolutamente possibile che la tv di stato debba intaccare le radici socio-culturali dell'Italia. Rai! diventa network e nessuno ti darà fastidio!

Anonimo ha detto...

appunto una cultura obsoleta e degli anni della pietra... siamo nel 2000 e parlare di omosessualitàè ancora tabu'.... questi froci che conquisteranno il monod paura....!!!! quale male vedere una fiction con 2 omosessuali gay o lesbiche che si sposano quando invece vediamo su canale 5 due coglioni che si insultano a parolacce, vespa che dice cretinate o reality come grande fratello, la fattoria, music farm e chi piu' ne ha piu' ne metta... con culi e tette fuori in prima serata fino alla terza serata... gente che bestemmia e pubblicità con gargarismi alle otto e mezza di sera mentre uno cena...
quello è invece educativo e rispecchia tutti i principi vaticani... allora ci siamo no...!?

Anonimo ha detto...

e inoltre la mia cultura italiana comprende vedere omosessuali in televisione...
abattiamo tutte le fiction copriamo le zoccole in tv chiudiamo i programmi dove si vincono soldi... sono diseducativi anche quelli no o mi sbaglio...? chi piu' ne h apiu' ne metta e mannaggia al vaticano...

Anonimo ha detto...

infatti caro guardasigilli, hai perfettamente ragione, infatti io non sono assolutamente a favore dei vari reality, tette al vento, e soldi facili, per me la televisione dovrebbe essere (parlo solo di quella pubblica quella privata puo fare quello che gli pare)al pari degli standard inglesi o tedeschi? perchè la rai non puo arrivare a essere come la BBC? perchè la rai si è tanto aabbassata al livello della mediaset. perchè si crea la concorrennza fatta di antiprogrammazioni e controprogrammazioni? quando la rai dovrebbe essere superiore queste cose, perchè solo raitre tende a mantenere una certa linea di equilibrio? fosse per me in televisione farei vedere solo : geo &geo, gaia, alle falde del kilimangiaro, linea verde, pianeta mare, solaris, la macchina del tempo, quark, domenica disney, tg, quark, al massimo sai perchè e se proprio vogliamo esagerare coi reality mettiamoci anche donnaventura!