tanto c'è l'indulto
E' un agricoltore omicida il primo detenuto a beneficiare dell'applicazione dell'indulto. Si tratta di Anselmo Novello, 60 anni. Era agli arresti domiciliari a Belvedere Spinello (Crotone), il paese dove risiede, perché il 12 maggio 1987, nel corso di una lite per motivi di pascolo, aveva ucciso una donna 46enne, Rosa Aprigliano, e ferito suo marito e suo figlio sparando loro con un fucile calibro 12. A Rebibbia il primo ad uscire è stato un detenuto condannato per furto, a Torino due colpevoli di omicidio. Intanto sono iniziati i rilasci nelle carceri di tutto il Paese, un centinaio di detenuti scarcerati a Roma. In Toscana i rilasciati alle 14 di oggi erano complessivamente 107, ma le stime prevedono che ne usciranno 140 dalle carceri di Prato, 120 da Livorno, 110 da Pisa e 80 da Lucca. La procura di Trento ha rilasciato 203 detenuti: 124 detenuti in carcere, 56 che beneficiavano dell'affidamento in prova ai servizi sociali, 23 in stato di detenzione domiciliare. In tutta la giornata sono state rilasciate in Italia un migliaio di persone, ma non tutte sono uscite dal carcere: nel numero complessivo sono compresi anche quelli che stavano scontando gli arresti domiciliari, quelli affidati ai servizi sociali e coloro che avevano obbligo di firma al commissariato. Non mancano i casi curiosi. Il record per lo sconto di pena più breve spetta a un marocchino di 35 anni detenuto ad Alessandria. Condannato a sette mesi per rissa e resistenza, sarebbe dovuto uscire il 4 agosto. L'indulto gli ha regalato solamente tre giorni di libertà. La legge è stata approvata dal Parlamento il 29 luglio scorso. Ieri il Presidente della Repubblica l'ha promulgata. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è entrata in vigore questa mattina.