Berlusconi a Rimini: «No all'Italia plurietnica»
È apparso in gran forma Silvio Berlusconi al meeting di Rimini, venerdì. Sommerso dagli applausi ha persino sciorinato un ultimo sondaggio che lo vuole in netta rimonta nelle intenzioni di voto dei cittadini. «C'è un'atmosfera veramente positiva in questo momento – ha detto fotografando la sua impressione -, anzi il sondaggio ultimo che conosco ci dà al 54%». Miracoli del Meeting ciellino che gli ha anche curato una febbre «e un grande raffreddore», prima delle ovazioni confessa: « non riuscivo nemmeno a parlare». «Qui infiltrati della sinistra che mi fischiano non ce ne sono..», si rilassa subito. E giù battute verso il suo rivale Romano Prodi che dice assente a Rimini perché «avrà dovuto mantenersi in allenamento correndo in biciclettaLa folla dei giovani di don Giussani è in deliquio, c´è anche una ragazza che sviene: «Silvio, Silvio, Si...» e si accascia a terra mentre lui si fa spazio sorridente tra i body guards. Uscito tra strette di mano e saluti, apostrofa gli alleati che trova, il primo è il dc Rotodi: «Toh, un alleato, bisogna trattarli bene gli alleati». Poi Alemanno di An, che sprona a darsi da fare perché «si apre una stagione importante». En passant conferma ai cronisti che non comprerà Ronaldo per il Milan. Insomma, un tourbillon come ai vecchi tempi. Dentro, sul palco il signor B dà lezioni a tutti e promette un rinnovamento del centrodestra. Largo ai giovani «noi stiamo diventando vecchietti».In effetti non dice grandi novità. Quando il moderatore del dibattito, Oscar Giannino gli chiede quale sarà la linea della Cdl sulla Finanziaria e, soprattutto, se Casini stia esagerando, risponde che nessuno della Cdl tenderà la mano al governo. Pena, quasi, il taglio della mano. La Casa delle Libertà, promette, «farà una opposizione severa cercando in ogni modo di essere coesa perché senza coesione, sia nel centrodestra che nella sinistra, non si può essere incidenti sulla realtà del Paese». E avverte: «Non ci possono essere nella coalizione forze che vanno per conto loro tanto meno che vanno dall'altra parte». Lui vuole il partito unico del centrodestra e chiede aiuto ai ciellini, perché dice tra i giovani questo partito unico c´è già. Quindi va avanti: «Non faremo certamente il muro contro muro che fece la sinistra con noi quando votava contro tutto. Quando troveremo che la sinistra presenta una proposta di legge che riterremo conforme all'interesse del Paese voteremo sì. Ma questo - ribadisce - sappiamo che sarà una assoluta eccezione: l'opposizione la faremo nel Parlamento e, se necessario, saremo capaci di farla anche nel Paese». La separazione delle carriere dei magistrati, continua a considerare come «una priorità». Ma sulle staminali lui è d´accordo - c'è stato «un grande sviluppo della ricerca sulle cellulestaminali senza ricorrere a embrioni umani» - , in Libano l´Italia non deve mandare più di 1.125 soldati, ma si devono «disarmare gli Hezbollah». I risultati dei primi sei mesi della politica fiscale del nuovo governo in realtà sono farina del suo sacco. Ma è preoccupato sempre per la revisione della tassa di successione e degli estimi catastali. La sinistra non riuscirà a bloccare il suo Ponte sullo Stretto. Ma soprattutto ciò che più lo preoccupa e da cui mette in guardia è la sinistra che vuole fare dell´Italia una «società plurietnica». Lui è per l'Italia cattolica, l'Italia agli italiani, altro che cittadinanza in cinque anni. «L´ha detto prima mio nonno!», salta su Alessandra Mussolini, presente tra gli ascoltatori. Lui racconta che don Giussani l´aveva definito prima di morire "uomo della provvidenza". E i ragazzi ci credono. Definitivamente conquistati quando dal palco Berlusconi si gira a mostrare, con un colpo di teatro dei migliori, il risultato di un nuovo trapianto di capelli. Un po´ Sansone, un po´ Cesare Ragazzi. Roberto Calderoli non resiste e si iscrive subito al fun club. «È lui l´unico vero leader, lui ha i coglioni, la sinistra invece è votata dai coglioni». E ho detto tutto. Direbbe Totò.
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